Memorie di una geisha - Arthur Golden

Io sono il personaggio di un romanzo, e in quanto tale non posso che parlare di libri. E' l'unico mondo dove sono sempre vissuta, l'unico mondo che sono in grado di conoscere e raccontarvi.

Noi personaggi dei libri, per chi non lo sapesse, siamo legati da un filo indissolubile gli uni con gli altri, dallo stesso filo che lega le nostre storie ai nostri autori, alle penne dalle quali le nostre vite dipendono. Questo filo tiene unite le donne con lo stesso destino, gli uomini caduti in battaglia e i potenti da cui dipende il destino del mondo.

Vi starete chiedendo cosa posso fare per voi. Voglio rendervi partecipe delle storie che la letteratura ha reso famose e marchiato per sempre tramite l'inchiostro.Ma non è tutto: per ogni libro di cui avrò voglia di raccontarvi la storia non sarò io a parlare: chiamerò, per voi, uno dei protagonisti e lascerò che sia lui a raccontarvi la sua storia! Punti di vista nascosti e inattesi proveranno ad essere svelati, punti di spessa spesso e volentieri dimenticati e tralasciati. Finali lasciati aperti troveranno risposta in queste pagine. 

Hatsumomo e Sayuri - Foto a cura di forum. longhaircommunity.com.

Ho pensato a lungo alla storia migliore da cui iniziare e sono arrivata a questa conclusione: oggi sarò io stessa a raccontarvi la mia storia:

Mi chiamo Hatsumomo e sono una geisha. Non saprei definirmi in un altro modo che non sia quello che vi ho appena scritto. Sono nata per essere una geisha, e quello a quanto pare era il mio destino finchè....

.... ma andiamo con gradi: non avevo mai conosciuto nessun altro mondo che non fosse quello intorno al mio okiya, la casa delle geishe. Ero arrivata lì che ero una bambina, avevo frequentato la scuola delle geishe ed ero riuscita ad avviare la mia carriera, ripagando in questo modo i miei debiti con la Madre e la Nonna, le due padrone dell'okiya, due personaggi da cui vi invito fermamente a stare in guardia. 

Due erano le cose che si raccontavano di me: che ero estremamente bella, e fidatevi lo ero sul serio e che ero incredibilmente cattiva e su questo torneremo più avanti. 

Avevo passato ormai tanti anni nell'okiya e mi ero abituata alla mia vita e ad essere sincera non pensavo che potesse esisterne una diversa, almeno per me. Le mie giornate procedevano tutte allo stesso modo, una uguale all'altra, come in un tunnel di cui non si vedeva la fine. Il giorno andavo a scuola per affinare la mia arte: mi concentravo sulla danza e sulla musica e all'okiya tutti erano ai miei ordini. Non ero mai stata io a richiederlo ma essendo la principale fonte di denaro, la Nonna e la Madre si preoccupavano che non mi mancasse niente. Io ne approfittai. Ad un certo punto pensai di essere invincibile e che nessuno potesse più decidere nulla della mia vita. Ma una geisha è una geisha per tutta la vita. Questa è una lezione che avrei imparato più tardi e che avrei pagato cara sulla mia pelle. 

Due eventi cambiarono il mio modo di vedere il mondo in maniera repentina. Un giorno feci l'errore più grave che una geisha può compiere durante tutta la sua vita: mi innamorai! Lui si chiamava Koichi ed era ciò di più bello che avessi mai incontrato. Avevo conosciuto centinaia di uomini che avevano pagato per la mia compagnia, per ascoltare la mia voce e per vedere le mie danze. Ma Koichi era diverso e me ne resi conto la prima volta che lo incontrai. Per lui non ero Hatsumomo, la geisha più famosa di Gion e questo mi bastava! Nessuna ombra di cattiveria passava nei miei occhi in quei pochi momenti che riuscivo a passare con lui e che non dimenticherò più per tutto il resto della mia vita. Ero in preda a questi tormenti quando un giorno fu il momento di accogliere una nuova ospite dell'okiya: il suo nome era Chiyo ed era poco più che una bambina. E' probabile che il suo nome non vi dica niente per ora ma ben presto sarete costretti a ricredervi. Era una bambina di una bellezza incantevole, con degli occhi grigio-azzurri che non avevo mai visto in tutta la mia vita. Capii, sin dal primo momento in cui mise piede nel mio okiya, che dovevo prestare molta attenzione. Quella giovane ragazza era per me il pericolo più grande: non appena la Madre avesse capito le sue potenzialità, la vita viziata a cui ero stata abituata sarebbe si sarebbe dissolta all'istante. Per mia fortuna Chiyo era una ragazza semplice, proveniva da una famiglia di un piccolo villaggio di pescatori e non aveva idea di cosa volesse dire essere una geisha. Ma dovevo tenerla d'occhio e ostacolarla quanto più era possibile affinché non intralciasse il mio cammino.

Continuavo a vivere la mia vita tra i miei doveri di geisha e il mio amore per Koichi. Incontrarsi era difficile: lui aveva un matrimonio da salvaguardare e non poteva permettersi i miei servigi da geisha. Così ci incontravamo spesso nell'okiya: sapevo perfettamente il pericolo in cui mi imbattevo ogni volta: se la Madre mi avesse scoperto per me sarebbe stata la fine, e probabilmente sarei finita a Miyagawacho (il quartiere delle prostitute) come mi ripeteva di continuo la Zietta per minacciarmi.

Ma nonostante ciò continuai a correre il rischio, finché un giorno la piccola Chiyo scoprì il mio segreto. Se dicessi che cominciai a tormentarla solo per questo motivo sarei un'incredibile bugiarda: la verità era che avevo paura. Temevo che avrebbe mandato a monte il miei piano di essere adottata dall'okiya. Dovete sapere che la vita di una geisha cambia solamente in due casi: o viene adottata dal suo okiya (il che la rende la futura erede della casa) o trova un danna (un protettore) che la finanzi.

Dall'ingresso di Chiyo nell'ohiya la mia vita cominciò ad andare a rotoli: persi l'amore di Koichi e persi le attenzioni che la Madre mi concedeva abitualmente. Chiyo nel frattempo era stata presa sotto la sua ala protettiva da Mameha, probabilmente la geisha più famosa che Gion ricordi. Con lei la vita era stata generosa: aveva trovato un danna che provvedeva a tutti i suoi bisogni. Aveva una collezione di kimono tra le più belle del paese ed era apprezzata e ammirata da tutti. La mia rabbia cresceva ogni giorno di più e il mio brutto carattere, tanto famoso per tutta la città, peggiorò. Tanto la mia rabbia cresceva tanto la fama di Chiyo aumentava. Chiyo divenne Sayuri, la geisha che volò oltre l'Oceano. 

Non mi soffermo sulla storia di Sayuri perché tutti la conoscete fin troppo bene. Di me si è detto poco niente: venni cacciata dall'okiya, dopo che la mia reputazione era ormai in declino. Era stato tutto ciò che di più caro avevo avuto per tutta la mia vita e d'un tratto mi era stato portato via. Non importavano più a nessuno i sacrifici che avevo fatto per tutta la vita, né il fatto che se l'okiya era ancora così florido era grazie al mio lavoro. Finii per strada lasciandomi l'okiya alle spalle. Nessuno di quella che era stata la mia "famiglia" mi cercò mai più.

Ovviamente non potei più fare la geisha e su di me cominciarono a circolare molte leggende. Gli stessi uomini che avevano apprezzato la mia compagnia mi sbeffeggiavano, le stesse geishe che si erano dichiarate mie amiche mi deridevano. Si disse che ero morta a causa dell'alcool. 

Qual'è stata in realtà la mia fine? Vi dico solo che sono ancora qui e osservo. Ho visto la guerra, ho visto Gion distrutta e invasa dagli americani, ho visto le geishe cambiare e adattarsi al nuovo mondo. Ho visto Sayuri innamorarsi del Presidente, essere ricambiata e volare dall'altra parte del mondo, per amore. In cuor mio continuo ad invidiarla ma una piccola parte di me riesce, oggi, ad ammirare la sua felicità, nel caso in cui una geisha possa veramente essere felice.

- Hatsumomo -

“Lei si dipinge il viso per nascondere il viso. I suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto.”